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Tra le valli dell’Irpinia si aggira un fantasma in abito bianco: la triste leggenda legata al borgo di Rocca San Felice

Rocca San Felice
La leggenda del fantasma di Rocca San Felice – paginevesuviane.it

Il suggestivo borgo di Rocca San Felice nasconde una leggenda a dir poco enigmatica e tenebrosa, che coinvolge un fantasma molto particolare.

Con i suoi 800 abitanti, Rocco San Felice rientra tra i borghi più belli dell’Irpinia, grazie alle sue numerose attrazioni mozzafiato. Situato in provincia di Avellino, questo piccolo borgo conserva ancora il suo stile medievale dovuto anche ad uno degli edifici più prominenti e rivelanti della zona.

Si tratta della Rocca del Castello, che si trova nel punto più alto del paese campano. Infatti è posta ad un’altitudine di 750 metri e nell’antichità rappresentava il confine dell’area fortificata di Rocca San Felice.

Quest’ultima confina con cinque comuni: Frigento, Guardia Lombardi, Sant’Angelo dei Lombardi, Sturno e Villamaina. Il nome del borgo proviene dalla sua conformazione geografica, dato che Rocca si riferisce all’altura mentre San Felice onora il patrono locale.

La leggenda

Come ogni piccolo borgo che si rispetti, anche Rocca San Felice nasconde una leggenda che si è tramandata nei secoli. Quest’ultima sarebbe ambientata nel periodo di dominazione degli Svevi. Nel 1236 Enrico VII di Svevia, figlio dell’imperatore Federico II, fu rinchiuso nel celebre Castello di Rocca San Felice.

Si narra che durante le notti di luna piena, nella fortezza si aggiri il fantasma della giovane moglie, Margherita d’Austria, vestita per l’appunto di bianco. Si aggirerebbe tra i ruderi del Castello in cerca perenne del suo amato, morto tragicamente nel 1242, all’età di trentuno anni.

Rocca San Felice
La leggenda del fantasma di Rocca San Felice – paginevesuviane.it

Cosa vedere

Come accennato in precedenza, Rocca San Felice presenta numerose attrazioni. Tra queste troviamo il Geosito della Mefite. Si tratta di una delle aree più anticamente abitate d’Irpinia e meta di pellegrinaggio grazie alla presenza della dea Mefite, dea della fertilità dei campi e della fecondità femminile. Non si può non citare il Centro Storico, di impianto prettamente medievale, con tanto di vicoli stretti e pietra a vista.

Degna di nota è anche la Chiesa di Santa Maria Maggiore, risalente al dodicesimo secolo e caratterizzata da un imponente campanile. Fra gli edifici religiosi più rilevanti (e antichi) della zona c’è il Santuario di Santa Felicita, diventato nel 2018 Santuario diocesano. Nel borgo è presente anche il Museo Civico Don Nicola Gambino, dove si possono ammirare i reperti rinvenuti nelle più recenti ricerche archeologiche.